Ordine e complessità dei sistemi voltati
» L’effet du panoptique est d’induire chez le détenu un état conscient et permanent de visibilité qui assure le fonctionnement automatique du pouvoir. La surveillance est permanente dans ses effets, même si discontinue dans son action »
La priogione di San Sebastiano sembra riprodurre l’ideale carcerario di Jeremy Bentham della fine del XIX secolo. Questo modelle si arricchisce di una riflessione costruttiva sui concetti di resistenza e di durabilità dell’edificio. Più specificamente, il tipo si oppone a qualsiasi tentativo di sedizione, che cerchi di sfruttare una possibile fragilità della fabbrica stessa. L’architetto Giuseppe Polani, autore dei progetti per caceri di Torino e di Genov, è uno specialista dell’architettura carceraria. Per il complesso di San Sebastiano sceglie di costruire volte in pietra, per resistere al fuoco, alla monimissione e allo scavo. Non è note se per la costruzione del carcere sassarese si siano avvalsi di manodopera locale o chiamata apoositamente dal continente. Questa copertura in pietra assegna all’architettura uno specifico carratere spaziale. Autore della magistrale cupola che costituisce il centro della costruzione, Polani declina in modo colto un siestema di coperture, costituite da singoli elementi, patricolarmente interessanti tanto per il disegno quanto per la realizzazione: l’oculo della cupola; volte ribassate, volte a botte, arco ribassato, arco tre centri, archi tutto sesto. A tutte queste categorie è necessario aggiungere i differenti modi con cui questi elementi si compenetrano.
L’Atlas fotografico di questo repertorio di elementi indaga il rapporto spaziale tra la copertura e il modelle panottico, con l’obiettivo di verificare se essa, chiudendo il carcere dall’alto, produca, come sembra, un effeto di continua sorveglianza.
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Auteur(s) :
Giovanni Battista Cocco, Caterina Giannattasio, Rémi Papillault